Piano Progetto Paesaggio Gestire le trasformazioni paesaggistiche. Temi e strumenti per la qualità

Lorenzo Vallerini (a cura di)

Pacini Editore, Pisa

Anno edizione: 2010

Testo in Italiano

224 pp., ill.colore, cm 24×30 (con DVD)  € 35,00

ISBN: 978-88-6315-261-6

Quali rapporti tra uomo-paesaggio- trasformazione? Le trasformazioni del paesaggio sono ammissibili-possibili? Ogni trasformazione è comunque lesiva della forma del “bel paesaggio”? Si deve intervenire prima o dopo che una nuova architettura, un nuovo insediamento o infrastruttura, ecc. siano realizzate? In che modo si può intervenire per conciliare tutela e trasformazione? Come salvare il paesaggio senza “ingessarlo”? Per rispondere a queste domande la Convenzione Europea sul Paesaggio (L.n. 14/2006) individua obiettivi e criteri per orientare le trasformazioni del paesaggio, con caratteri di qualità. E questo libro, prendendo le mosse da una ricerca (2006-2009) tra la Soprintendenza di Siena e Grosseto e l’Università di Firenze con finanziamenti della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena, tenta di dare un contributo in tal senso con proposte tecniche e operative, utili alle scelte di “paesaggio” nella pianificazione urbanistica e al corretto inserimento di nuove architetture e manufatti. Uno dei punti centrali, che lega il piano e/o progetto al paesaggio, è la conoscenza del contesto. Tuttavia sembra proprio che esistano due modi per concepire questo percorso. Il primo è quello che è finalizzato alle verifiche di compatibilità e/o di adeguatezza degli interventi e il secondo è quello finalizzato alla trasformazione consapevole, ovvero alla cultura della creazione del paesaggio contemporaneo. Si tratta di un distinguo non da poco: il primo approccio punta alla salvaguardia dell’esistente, ovvero all’immobilismo (e il richiamo obbligatorio va al vincolo), mentre il secondo si fa carico di operazioni innovative tese al riequilibrio ambientale, entro cui è l’invenzione a farla da padrone (ovvero l’esatto contrario dell’immobilismo). Ed ecco nascere gli interrogativi che producono in modo virtuoso una vera e propria fertilizzazione disciplinare, partendo dalla vulnerabilità e dalla potenzialità del contesto per arrivare infine alla sostenibilità del nuovo modello di assetto.