Recupero aree degradate
1990 Recupero Ambientale e Paesaggistico della ex-Cava di Pian Di Gello
L’Amministrazione Comunale di Prato ha individuato nell’ex-cava di Pian di Gello uno dei primi interventi concreti per avviare la realizzazione dell’Area Protetta ANPIL del Monteferrato così come previsto nel P.T.C.. Le ragioni di tale scelta sono da individuarsi nell’ubicazione della cava, estremamente vicina al centro di Figline e alla stessa città di Prato nonché alle emergenze naturalistiche del Biotopo del Monteferrato, nella sua facile accessibilità e raggiungibilità dal principale asse di penetrazione nell’Area Protetta, e, infine, nella sua artificiale configurazione morfologica a ripiani degradanti che ne permette una agevole fruibilità carrabile (parcheggio) e pedonale. Ubicata a mezza costa del Monte Piccioli (tra le quote 126 e 222 m. s.l.m., con pendenze molto variabili comprese tra il 15% e il 70%), è circoscritta per tre lati da tre corsi d’acqua, mentre sul lato ovest è delimitata dalla alta parete (40 m.) del fronte della cava.
DOVE
Comune di Prato, Frazione di Figline di Prato (PO).
QUANDO
1989. Consegna Progetto di Massima e parere favorevole Commissione Urbanistica.
1990. Consegna relazione tecnico-descrittiva, particellare di esproprio e elaborati grafici per la richiesta di Concessione Edilizia.
1990. Consegna Progetto Esecutivo e parere favorevole Commissione Edilizia e Soprintendenza.
1990. Approvazione del Progetto Esecutivo con Delibera Consiglio Comunale n.574 del 20 marzo 1990.
CHI
Progettisti / arch. Lorenzo Vallerini Progetto di Recupero Ambientale e Paesaggistico – Consulenti: arch. Franco Micaelli – dott.geologo Franco Ceccarini.
Committenti/ Comune di Prato.
COSA
Dati intervento / Copre una superficie di mq. 103.040 e comprende le zone a suo tempo soggette ad escavazione di serpentino e ancora non risistemate, nonché l’esistente strada di accesso.
Con un unico intervento si raggiungono tre obbiettivi:
- migliorare l’ambiente nel suo complesso tramite la ricostruzione di un’area molto degradata e saltuariamente usata per usi impropri (discarica, motocross, ecc.);
- valorizzare le esistenti emergenze naturalistiche e geologiche portate alla luce dalle passate attività di escavazione;
- offrire all’interno della ex-cava nuove opportunità ricreative all’aria apertae alleggerire la crescente pressione antropica nell’area del Biotopo Vegetazionale con rischi per gli esistenti equilibri ecologici.
Il disegno del Progetto è stato risolto in quattro zone:
- una, sul “piano inferiore”, nella quale si è localizzato l’ampio parcheggio alberato, quale porta di accesso alla cava e punto di partenza per le escursioni al Monteferrato;
- un’altra sul “piano superiore” caratterizzata dall’ampliamento dell’esistente vegetazione di Pinus pinaster, sino a formare un bosco, dal “grande prato” con il sentiero ad anello e dal nodo dei servizi di ristoro ed informazione, nonché da una “piazza” belvedere strettamente collegata alla Pergola ed ai servizi stessi;
- un’altra ancora, il “cuore focale” di tutta l’area, caratterizzata dal grande fronte di cava che per un lato si specchia su un nuovo laghetto posto alla base della parete (necessario anche per motivi di sicurezza) e che sul lato est “naturalmente” prosegue con una struttura gradonata ricavata dentro l’esistente avvallamento;
- un’altra infine, definita dalla “lingua” posta ad ovest del grande fronte ovvero la cava piccola, nella quale sono stati previsti servizi od interventi di rilievo per mantenere il senso di “riservatezza” e naturalità che già la caratterizzava.